LA SCIABICA(Storia per i pi grandetti)La passeggiatina dei due amici, lungo la spiaggia, venne fermata dallimpedimento di una grossa corda che alcuni pescatori traevano dal mare e portavano a forza di braccia e di schiena, indietreggiando, in fila a distanza di pochi passi luno dallaltro, su fino allestremit dellarenile.Intorno alla schiena ciascuno di essi aveva unalta cintura di corde intrecciate, fermata, davanti, in modo da non premere lo stomaco, da un bastoncino al quale era legata una breve cordicella; una specie di laccio, con lestremit ad uncino, che aiutava la mano del pescatore ad afferrare e tirare con pi forza la fune.Questa cintura era il segno che tutti, vecchi, giovani, bambini, e una donna che pareva fatta di sabbia, e anche lei tirava con vigore, appartenevano alla comunit della barca nera e vecchia come quella di San Pietro apostolo, che, abbandonata a s stessa, si gingillava con le ondine celesti l davanti alla riva.La corda non finiva mai: pareva che il mare ne fosse pieno. Tira e tira, arrivato in cima allarenile, il primo pescatore della fila labbandonava sulla sabbia, e correva a riprenderla alla riva, agitando luncino della cordicella come un campanello: e cos via via tutti.A pochi metri di distanza, di lato, la faccenda si ripeteva: unaltra fune cio veniva tirata, portata in su, abbandonata sul mucchio gi formatosi sulla rena e i tiratori si sostituivano a vicenda, in modo che parevano moltiplicarsi, come le comparse in teatro quando rappresentano una folla.Della folla plebea essi avevano anche le caratteristiche; vecchi, giovani, ragazzi e bambini, brutti tutti, arsi e scabri come pesci salati, eppure uno diverso dallaltro; con addosso tutti gli stracci immaginabili, nude per le gambe e i piedi di radica, ed in testa berretti, cappelli, copricapi che ricordavano tutta la collezione dei funghi mangerecci e velenosi. Anche la donna aveva un fazzoletto giallo, messo in modo che la sua testa pareva un limone. Ma che fanno? domand il pi piccolo dei due amici.Il maggiore ne avrebbe saputo quanto lui se non fosse stato del posto: quindi fece sfoggio di erudizione. la pesca alla sciabica, cos si chiama la rete che sta laggi nellacqua e non si vede. Sciabica vuol dire rete da sabbia, perch non arriva dove lacqua alta. Questa pesca si chiama anche tratta, perch vedi come tirano. Eh, lo vedo bene ammise laltro, e sincant a guardare.E gli vennero in mente i suoi genitori, che litigavano sempre, o almeno si lamentavano, per la mancanza di denaro, le difficolt della vita e la durezza del lavoro quotidiano. Anche adesso che stavano per quindici giorni in riposo, per via di lui, Matteino, che aveva assoluto bisogno daria di mare, anche adesso non trovavano pace: anzi meno che mai, perch i soldi, diceva la madre, se ne andavano come portati via dal vento, e il padre replicava chera lei a non saper fare economia. Ma come si fa a fare economia quando il pane costa pi che un tempo la torta, e i pomidoro si vendono come se il loro nome fosse autentico, ed un pesciolino, mannaggia la miseria, (quando esasperata la mamma usa il linguaggio delle donne del mercato) te lo fanno pagare come se dentro le viscere ci avesse una perla.Chi sa, invece, quanti pesci questi pescatori, che sembrano tanti zingari del mare, si mangiano in pace ed allegria.Allegri, adesso, veramente non sembrano; e neppure in pace, perch anche essi questionano, luno con laltro nella stessa fila, od attraverso lo spazio con quelli dellaltra, e sono urli, bestemmie, improperi, dei quali i pi delicati sono lasarn o fl dun can, e verrebbero forse alle mani se le mani indolenzite e ardenti non pensassero per conto loro a tirare la corda.E la corda, rossastra ed oleosa come una salsiccia dura, si lascia tirare volentieri, pur dandosi laria di essere lei a trarre dal mare il peso misterioso della rete ancora invisibile.Alcuni ragazzi bagnanti, che da lungo tempo assistono allo spettacolo, per puro spirito di solidariet umana, o perch credono che il loro valido aiuto affretti lopera, sintruppano fra i pescatori e si mettono anchessi a tirare. Ci si mette anche un signore in maglia e berretto da marinaio; un bel tipo di negriere coi denti, anche quelli di davanti, tutti doro. Ci si mette anche una signorina secca, vestita di verde come una cavalletta. Brava, brava si grida intorno. Ma il pesce che pescano, a chi va? domanda Matteino allamico. Lo vendono, o se poco se lo dividono fra loro. Una volta ne ho avuto pure io perch ho aiutato a tirare.Allora unidea luminosa guizza nella mente di Matteino: mettersi anche lui a tirare, e portare poi alla mamma affaccendata il suo berretto da bagno gonfio di pesci. Tiriamo anche noi, propose allamico, ma questi fece una smorfia di diniego, anzitutto perch Matteino era cos piccolo e mingherlino che pareva fatto di zolfanelli incrociati, poi perch quella volta, nel tirare la fune, sera fatto le vesciche alle mani, e la serva aveva buttato via i pesciolini da lui portati a casa, non, comegli affermava, ricevuti dai pescatori avari, ma raccattati fra gli scarti lasciati da loro sulla sabbia.Intanto gi fra le ondine celesti che pareva si prestassero graziosamente anche esse a spingere a riva la rete, si notavano i primi segnali di questa, con lapparire dei sugheri a galla: i pescatori adesso tacevano, tirando con pi forza, col viso rischiarato dalla speranza. La donna di sabbia sera fatta la pi animosa; quando veniva il suo turno di ricominciare, scendeva a precipizio dallarenile e riafferrava la corda riversandosi indietro sulla sua cintura selvaggia, come se da quello sforzo dipendesse la salvezza della sua vita.Fu dietro di lei, fra lei ed un omone rosso il cui sudore pareva sangue, che Matteino, avvolto anche lui da quellatmosfera di speranza diffusa intorno, si mise a tirare la corda: e gli parve di essere lui solo a produrre la forza necessaria ancora a portare lopera a compimento. Forza, coraggio, tira, tira, Matteino diceva a s stesso, preso da unebbrezza che gli faceva dimenticare lo scopo meschino della sua impresa. Su, su, la sabbia gli sfuggiva di sotto i piedi, e in realt egli si sentiva trasportato, fra lomone forzuto e la donna tenace, come sospeso nellaria.La rete adesso la si vedeva uscire piano piano dal fitto delle onde; pareva un grande canestro di velo rosso merlettato di nodi di sughero e trapuntato di pagliuzze dacciaio. Erano i primi pesciolini, che destarono un senso di piet in Matteino. Poveri, poveri pesciolini! Se ne stavano affacciati tranquilli ai finestrini della rete perch lacqua ancora la riempiva; ma arrivati sulla sabbia, nel sentire lorrore della loro sorte, cominciarono a spiccare salti e a contorcersi, inarcandosi come anelli dargento, riuscendo qualcuno a balzar fuori dalla sua prigione. Se per tutta la pesca qui, stiamo freschi pensa Matteino; e vede anche il viso diabolico dellamico sogghignare di scherno.I pescatori invece erano tutti animati da una silenziosa letizia; il loro viso splendeva come se il sole sorgesse dal mare. Sentivano il peso della rete; e pi degli altri poteva sentirlo la donna perch sotto larco del suo fazzoletto gli occhi dambra rifulgevano simili a quelli di un cane da caccia.Anche laitante negriere, con la sua California1 in bocca, sorrideva soddisfatto, quasi fosse lui il padrone della pesca.Adesso una folla di curiosi sera stretta lungo le corde, come quella che assiste allo sbarrato passaggio di un corteo reale: altri ne venivano, e si vedevano le lunghe gambe rosee delle donne seminude avanzarsi quasi danzando sullo sfondo azzurro del mare. Terra, terra grid un monello.E tutti a ridere, a spingersi, ad ammucchiarsi sulla riva.I pescatori sollevavano e agitavano i lembi della rete, perch i pesciolini ne rimbalzassero e restassero in fondo; la donna era la pi svelta e feroce nella faccenda; staccava dalla rete i gamberetti disperati e li masticava vivi; altrettanto avrebbe fatto coi bambini molesti che respingeva coi fianchi gridando: Via i burdel, via i bambini.Fra le piccole triglie, le sardine e i bianchi naselli distinse il pesceragno, la tarantola del mare, e presolo per la coda lo seppell nella sabbia e lo schiacci col piede.Questatto di apparente crudelt cominci ad indisporre Matteino. Aveva anche lui abbandonato la corda per mettersi in prima fila fra gli spettatori, e aspettava la sua porzione, quando invece si sent respinto quasi con violenza da due pescatori che portavano una dentro laltra due ceste vuote ancora brillanti di scaglie. Permesso, permesso, largo, signori. Via i burdel. Via, bambini, avete capito?La rete veniva su, su, sempre pi larga, con la sua immensa bocca coi denti di sughero spalancata, e dentro un rimescolamento luminoso; pareva avesse pescato tutti i tesori del mare. Anche lamico di Matteino non sogghignava pi; poich molte pesche alla sciabica egli ricordava, ma nessuna abbondante come questa.Attorcigliati anchessi e presi da una furia infernale, i pescatori agitavano in dentro i lembi della rete; e in fondo a questa i pesci si ammucchiavano, crescevano, crescevano, come se la disperazione stessa li facesse moltiplicare.Una prima cesta, portata da due pescatori e scaricata sulla sabbia con rapidit veramente fulminea, dest un grido di ammirazione intorno. Si ebbe limpressione che un lampo fosse caduto sulla rena e vi si agitasse, inchiodato da una forza superiore alla sua: poi unaltra cesta, unaltra, altre ancora. I pescatori adesso ridevano come ubbriachi: la donna di sabbia sera strappata di testa il fazzoletto, per riempirlo di pesci.Sulla sabbia, fra il cerchio degli spettatori quasi sbalorditi, la macchia lampeggiante si allargava tremolando, come fatta di mercurio, e lo schioppetto dei pesciolini, rimbalzati e urtati fra di loro dalle convulsioni della morte, ricordava quello del fuoco.Tutto lo splendore tumultuoso del mare pareva si fosse riversato sulla rena, e il mare ne restava come impallidito.Allora Matteino pens chera giunta lora del compenso della sua fatica: gi altri ragazzi spigolavano i pesci rimasti qua e l, e scappavano svelti come grandi ladri. Egli sera gi tolto il berretto da bagno, ne aveva allargato lelastico, e cominciava a buttarvi piccole manciate di pesciolini che gli sfuggivano fra le dita come spilli.Gi vedeva il viso sorridente della mamma, gi i begli occhi glauchi di lei lo guardavano dal fondo del berretto. Ma sent anche lo scottante ceffone del babbo. Lazzarone, figlio dun figlio di un cane, lascia stare l la roba che non tua.Queste parole stridenti erano accompagnate da scapaccioni a confronto dei quali quelli che di tanto in tanto gli prodigava il babbo, sembravano carezze. Era la donna di sabbia che glieli regalava; ed egli dovette fuggire carponi fra le gambe degli spettatori, davvero come un figlio di cane, col berretto fra i denti, per salvarsi dalla furia di lei.1I suoi denti d'oro.------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------